La meraviglia ritrovata

La meraviglia ritrovata. I percorsi sensoriali del Teatro Pane e Mate

Nel borgo di Fallavecchia, universi incantati prendono forma invitando curiosi esploratori a toccare, ascoltare, annusare… sciogliere le briglie alla creatività.

Pianura Padana, area Parco del Ticino. Pochi chilometri a sud dall’Abbazia di Morimondo, ai viaggiatori curiosi e senza fretta capita di imbattersi in misteriosi borghi che sussurrano una storia antica.

Se ci si lascia ispirare dalle suggestioni dei luoghi, si può avere la fortuna di scoprire Fallavecchia, da fara (focolare) vetula, storico borgo fondato nel XII secolo, dove la poesia del passato non è mai svanita e si è animata di nuova creatività. Basterà incamminarsi sull’acciottolato delle vie per incontrare le tracce di un universo incantato e poetico dove regna la Fantasia. All’interno, una vecchia scuola in disuso, ristrutturata e rivestita di idee, suoni e colori, ospita il gioco, la favola, la meraviglia, chiamando a sé grandi a e piccini. È il magico mondo del Teatro Pane e Mate che, con i suoi percorsi sensoriali e spettacoli, trasporta “altrove”, in uno spazio immaginario dove tutto può accadere e ogni materiale e oggetto dimenticato prende vita.

Scolaresche, curiosi passanti e sognanti vagabondi visitano ogni giorno il borgo che, periodicamente, propone nuovi allestimenti ed esperienze. Storie di viandanti e marinai, teatranti e artisti, storie di anime erranti che scoprono la bella e multiforme bizzarria del reale, tra epiche leggende, fiabe rivisitate, teatro di strada e mondi fantastici. Il tutto grazie all’opera creativa dell’eclettica compagnia composta da Gianni Parodi, Salvatore Fiorini, Monica Gorza e Loredana Bugatti, e dai loro istrionici collaboratori (Alessandro Girami, Paola “Paui” Galli, Francesco D’Amelio).

Teatro e non solo. Un universo variopinto, contaminato, permeabile al nuovo e al multiforme. Una compagnia di creativi che unisce competenze e ispirazione artistica per creare veri e propri universi da attraversare, accompagnati da laboratori in cui si gioca e si crea con ciò che capita (carta, sassi, paglia, stoffa…), ci si immerge nel mondo dei suoni, si dà voce alla propria intelligenza creativa. Il tutto, visitando la fattoria e la cascina del borgo.

Nel Teatro Pane e Mate, c’è chi attinge alle più antiche e varie sonorità della musica e ne esplora colori, strumenti e suoni (Gianni); chi proviene dal teatro e ne conosce e adotta le varie espressioni (Loredana: acrobata, giocoliera, “trampoliera” dei sogni); c’è chi ha un’anima da burattinaio e sperimenta ogni tecnica di animazione, dalle marionette ai pupazzi a tutti i materiali disponibili a essere plasmati (Salvatore). C’è anche chi ha ambizioni da giardiniera e fattucchiera ma è talmente abile con ago e filo da creare una vera e propria sartoria che taglia e cuce tutto l’anno (Monica). Coordinati nella fase ideativa da un poliedrico regista (Karlos Herrero), i creatori e interpreti del Teatro Pane e Mate danno vita ai loro allestimenti, tra cui l’ultimo, La Zattera di Terra. Fabulas mundi, visitabile fino al mese di ottobre. Un percorso sensoriale che conduce grandi e piccini alla ricerca dell’arcano “battito della Terra” dove non esistono spettatori, ma solo avventurosi marinai sprezzanti del pericolo e viaggiatori affamati di sogni.

Ma come nasce l’idea?

Ecco cosa mi spiega Gianni, una delle anime di Pane e Mate:

«Nel caso di quest’ultimo allestimento, tutto è cominciato da una ricerca personale molto approfondita. Ognuno di noi ha realizzato il proprio tamburo sami: la rappresentazione grafica del proprio mondo immaginario e interiore… sull’esempio dei tamburi sciamani dei popoli lapponi. A partire da questa indagine, ciascuno ha seguito un filone personale, un tracciato psicologico e artistico profondo e complesso, lavorando poi su uno dei quattro elementi della natura e sviluppando un itinerario espressivo. L’approdo è stato il nuovo allestimento nel quale ci siamo occupati singolarmente di uno spazio, una stanza, un piccolo mondo da rappresentare».

Ed ecco il risultato. Entri a Fallavecchia, con le tue vesti da viandante, e affronti il viaggio tra materiali reinventati, colorati dalla fantasia, attraverso valli e paesaggi… quelli che centinaia di giovani esploratori, con le loro accompagnatrici, percorrono a piedi e con le ali dell’immaginazione.

Sono cinque membri della compagnia a guidarti invitandoti ad ascoltare, sperimentare, cercare indizi e donare qualcosa di tuo: i sogni e, perché no, magari anche qualche incubo. Incontri la diversità, lo straniero, lo sconosciuto e, alla fine, senza dubbio, percepisci anche tu il battito della Terra. Personalmente, l’ho sentito in tutta la sua potenza, provenire dalle mani di 100 e più bambini che, con tamburi e percussioni varie, hanno trasformato lo spazio al di sotto di un tendone in un’esperienza sonora ancestrale.

Questo e molto altro per tutti i visitatori di Fallavecchia… Un esempio su tutti: sabato 8 giugno il borgo è in festa dal pomeriggio all’alba… tra Arte, Baracche, Musiche e Lanterne. Divertimento assicurato.

Ma gli allestimenti sensoriali della compagnia, proprio perché permeati di magico incanto, sono alati e si possono trasferire altrove: nelle scuole, nelle biblioteche, nelle piazze… Gianni mi racconta di quando una “grotta delle meraviglie”, frutto della creatività del Teatro Pane e Mate, comparve misteriosamente in una scuola dell’infanzia per restare a disposizione di alunni e insegnanti desiderosi di arricchire le proprie esperienze formative.

Un’immaginazione fervida, zampillante, che cerca sempre nuovi spazi in cui proporsi e concretizzarsi lasciando a ogni materiale la possibilità di parlare da sé e accompagnare nel viaggio.

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Lucia Valcepina

Scrittrice

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