Amo le parole e il loro scarto sottile rispetto alla realtà, l’interstizio da cui nascono le narrazioni, le poetiche e gli immaginari. Seguendone le tracce, sono passata dalla drammaturgia alla narrativa collaborando con università, case editrici e realtà artistiche. Oggi faccio parte dell’associazione La biblioteca dei Libri perduti e della compagnia teatrale del regista Davide Benedetti; scrivo inoltre per gli inserti culturali de La Provincia di Como, Lecco e Sondrio. Tutto ciò che esce dalla mia penna è frutto dell’insonnia, dei miei viaggi e di un’ostinata passione per la letteratura.
I mondi a colori di Fabio Leonardi
Dalla scenotecnica alla street art: i mondi a colori di Fabio Leonardi
Dall’epica alla favola, dalle immagini di Carosello alle suggestioni del quotidiano: tanti sono gli spunti per Fabio Leonardi, artista livornese che lascia tracce dei suoi mondi creativi nei teatri, nelle gallerie espositive, per le vie e sui muri della città.
La scorsa estate, lo incontrai per caso nel Parco di Arte Contemporanea del Centro Residenziale F. Basaglia di Livorno, storico luogo in cui si sperimenta il valore e la socialità dell’esperienza artistica. Era intento a dipingere una coloratissima tigre su un muro e invitò i miei due piccoli accompagnatori (di 2 e 5 anni) a esprimersi liberamente con gessetti colorati. Fu così che conobbi per la prima volta Fabio Leonardi.
Il regno della fantasia e del sogno accoglie gli oggetti usati, e un po’ logori, di cui la ragione vorrebbe sbarazzarsi. Il viaggio di oggi ci conduce tra le visioni e i mondi di Andrea Locci.
Legni bucherellati dai tarli o lavorati dalla natura, camere d’aria di vecchi veicoli, metalli colorati dalla ruggine... Nel caotico mondo dell'usa e getta, c'è chi nei materiali di scarto intravede vite nascoste, e lo fa da tempi non sospetti.
Estoy viva
Il labile confine tra arte e vita. Regina José Galindo: Estoy viva
Quale apporto può dare l’arte al tema della violenza razziale o di genere, del crimine perpetrato, dell’abuso del potere e dell’ingiustizia sociale? È il corpo minuto e fragile dell’artista guatemalteca Regina José Galindo a dircelo, nella mostra Estoy viva.
Scrittrice
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Foto di Fabrizio Padovani
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